Tra alta qualità e ordini frammentati l’etichetta vinicola è sempre più digitale

Tra alta qualità e ordini frammentati l’etichetta vinicola è sempre più digitale

Tra alta qualità e ordini frammentati l’etichetta vinicola è sempre più digitale

“Ai grandi clienti e alla GDO dobbiamo garantire soprattutto alti volumi, qualità ripetibile e riordini rapidi. Per le piccole cantine realizziamo invece i progetti più ricercati”, spiega Luca Borgogno. “A tutti i clienti offriamo le soluzioni tecniche più avanzate, al giusto prezzo. Questo è il motivo per cui abbiamo introdotto la stampa digitale con AccurioLabel 230.” Luca Borgogno, Socio de La Commerciale Borgogno.

 Le tipografie La Commerciale e Borgogno, fondate rispettivamente nel 1955 e nel 1957, entrambe basate a Bolzano, concretizzano il loro progetto di fusione nel 1987, combinando le reciproche competenze nella stampa a colori per la produzione di etichette vinicole acqua e colla.
 

Dopo oltre trent’anni di coesistenza tra le due proprietà, sia societaria che operativa, nel 2010 la famiglia Borgogno rileva la totalità delle quote, concentrando l’attività aziendale sulla produzione di etichette vinicole. Oggi l’azienda – 38 dipendenti e 7 milioni di euro di fatturato (2019) – è guidata da Luca e Antonio Borgogno, figli dei fondatori di Tipografia Borgogno.
 

Da gennaio 2020 l’etichettificio altoatesino ha introdotto AccurioLabel 230 di Konica Minolta, la prima macchina da stampa digitale nella storia dell’azienda. 


 

Focalizzati sul vino, attenti alle sfide del mercato
 

Forte di clienti esigenti e fidelizzati – basati non solo in Trentino-Alto Adige, ma anche in altri distretti vinicoli italiani ed europei – La Commerciale Borgogno ha fatto dell’industria enologica il suo mercato prevalente. L’azienda serve clienti di tutte le dimensioni, dalla piccola cantina indipendente al grande consorzio, fino alle società specializzate nella commercializzazione di vini in private label per HoReCa e GDO. Ai propri clienti, l’etichettificio fornisce continuità del servizio, prediligendo collaborazioni stabili a una clientela clienti “mordi e fuggi”. 
 

 «Ai grandi clienti e alla GDO dobbiamo garantire soprattutto alti volumi, qualità ripetibile e riordini rapidi. Per le piccole cantine realizziamo invece i progetti più ricercati”, spiega Luca Borgogno. «A tutti i clienti offriamo le soluzioni tecniche più avanzate, al giusto prezzo. Questo è il motivo per cui abbiamo introdotto la stampa digitale».
 

In fase di progettazione, il team di prestampa aziendale si siede al tavolo col cliente, o col designer, per proporre le soluzioni tecniche più appropriate ed economicamente vantaggiose. Alle piccole cantine, che spesso non si avvalgono di un’agenzia, l’azienda offre progetti chiavi in mano. In entrambi i casi, l’introduzione di AccurioLabel 230 ha accelerato e semplificato l’esecuzione di prototipi e varianti cromatiche direttamente sul materiale scelto per la produzione finale. Sempre più spesso, la tecnologia digitale viene utilizzata per realizzare pre-serie o piccoli lotti.
 

«Un tempo le cantine ordinavano le etichette in base alla quantità di vino in botte. Oggi tendono a frammentare le commesse in base agli ordinativi», continua Borgogno. «Può capitare che un’etichetta debba essere pronta in 24 ore e, grazie a una struttura snella e ad un magazzino sempre rifornito, quasi sempre ce la facciamo».


 

Un parco di tecnologie in continua evoluzione
 

Operare in una regione montuosa ha costretto La Commerciale Borgogno a sviluppare verticalmente il suo sito produttivo di 5.000 m²: la produzione, al piano terra; la prestampa e gli uffici, al primo piano; il magazzino materiali, al secondo piano. L’azienda opera su tre turni, cinque giorni a settimana.
 

 La sala stampa ospita linee offset Gallus TCS e una linea offset Nilpeter MO4. La scelta di concentrarsi sulla tipografia, e non introdurre sistemi flexo, deriva dall’altissima qualità di stampa richiesta per le etichette vinicole. I moduli di nobilitazione dei prodotti sono integrati in linea sulle macchine da stampa.

 

«Il 90% delle etichette che produciamo ha numerose nobilitazioni», spiega Borgogno. «Per questo, la nostra filosofia è entrare in macchina con l’adesivo neutro e uscire con il prodotto finito, senza separare stampa e lavorazioni accessorie».
 

Una scelta giustificata dalla necessità di stampare tinte piatte e vernici speciali, e da quantitativi medi elevati. Le basse tirature, tuttavia, ma sono sempre più frequenti, ed è qui che entra in gioco il digitale.


 

Verso la produzione on-demand
 

Ordini frammentati, tempi di consegna fulminei e piccoli quantitativi sono le ragioni che spingono sempre più etichettifici a valutare l’introduzione della stampa digitale. Per molte aziende tradizionali, tuttavia, questa tecnologia implica numerose sfide tecniche, economiche e produttive. La prima, e forse più diffusa, è correlata alla qualità percepita del prodotto finito.
 

«Abbiamo clienti che progettano le proprie etichette con quattro o cinque tinte piatte, e difficilmente sono disposti ad accontentarsi di una riproduzione parziale, benché ottima», spiega Borgogno. «Molti, di contro, apprezzano la velocità e l’economicità del digitale, la possibilità di ottenere facilmente tirature brevi, numerazioni, variabilizzazioni integrate nel layout grafico, ma anche QR code univoci per prodotti di nicchia».
 

Altro requisito chiave, perché il digitale venga accettato, è la somiglianza alla stampa offset in termini di precisione dei dettagli e resa ottica sul materiale. Questa, più di altre, è la ragione ha avvicinato l’azienda altoatesina alla tecnologia di Konica Minolta.


 

I perché di AccurioLabel 230
 

 La Commerciale Borgogno avvia il suo percorso di analisi delle tecnologie digitali nella primavera del 2019, coinvolgendo sia i costruttori del digitale che i propri fornitori storici. L’etichettificio esclude a priori l’acquisto di modelli ibridi, considerati ridondanti e troppo costosi per le proprie esigenze. 
 

«Il primo ostacolo è stato identificare la tecnologia di stampa più adatta, tra ElectroInk, toner e inkjet. Quest’ultima l’abbiamo scartata perché simula molto bene la flexo, ma non l’offset», sottolinea Borgogno. «Successivamente, abbiamo cercato un sistema in grado di stampare sulle stesse carte che usiamo nell’offset, senza stendere primer né vernici protettive».
 

Dopo aver partecipato a un’open house la scorsa primavera, Borgogno resta colpito dalla tecnologia a toner di Konica Minolta, di cui apprezza la qualità e la compattezza, unite a un costo d’acquisto contenuto. I dubbi riguardano l’affidabilità, la ripetibilità del risultato e i costi di produzione, oltre che la giovinezza del marchio giapponese nel settore dell’etichetta. Per fugare ogni incertezza, l’imprenditore commissiona dei lavori a un’azienda partner, che già utilizza la tecnologia a foglio di Konica Minolta. E ne resta soddisfatto. Ultimo step, una demo approfondita su lavori di propri clienti, con materiali già utilizzati per la stampa offset. Emerge così un primo dato significativo: per le operazioni di avviamento e cambio lavoro, il consumo di materiale si limita a pochi metri, contro gli oltre 200 metri di una macchina tradizionale. Anche i costi di produzione sono in linea con le aspettative.
 

«Konica Minolta propone un costo al metro lineare omnicomprensivo, che include toner, manutenzione e ricambi», spiega Borgogno. «Per ora abbiamo pattuito un costo forfettario, che sarà adeguato in base ai nostri volumi. Poter formulare preventivi su valori reali, senza costi nascosti, ci dà serenità e ci permette di fare comparazioni con l’offset più obiettive».
 

L’unico neo identificato dallo stampatore è l’assenza del bianco. Un limite che Konica Minolta ha colmato introducendo (a Labelexpo 2019) un gruppo flexo opzionale, che l’etichettificio italiano ha però scelto di non integrare.
 

Importante il supporto del Partner Konica Minolta Tinet di Oderzo: grazie alla vicinanza con il cliente e la avanzata esperienza nel settore da oltre 35 anni, Tinet ha saputo affiancare La Commerciale Borgogno e orientarla verso la scelta del giusto sistema di stampa per il suo business.
 

L’azienda acquista AccurioLabel 230 a dicembre 2019, e la installa nel proprio reparto di prestampa. Nelle prime settimane, la stampa è eseguita con il software AccurioPro Label Impose, di cui gli operatori apprezzano potenza e semplicità d’uso. Successivamente, l’unità digitale viene integrata nel flusso di lavoro Esko, utilizzato in azienda per verificare i file, gestire le abbondanze nei colori, ottimizzare i sormonti su vernici e lamine.
 

Per la finitura, eseguita fuori linea, la scelta ricade su una fustellatrice semi-rotativa Gemini di Cartes.


 

Un futuro (più) digitale
 

La Commerciale Borgogno utilizza AccurioLabel 230 su un turno, realizzando in digitale quasi il 100% delle basse tirature, ma anche quelle lavorazioni di alto volume che non necessitano di nobilitazione, come le retroetichette vinicole. Qui la tecnologia Konica Minolta è competitiva anche su tirature di 20-30.000 pezzi.
 

Per il futuro, l’azienda punta ad accrescere i volumi di stampa digitale, eseguendo su AccurioLabel 230 la maggior parte delle lavorazioni di minore complessità, ampliando l’offerta nell’ambito delle basse tirature e proponendo ai propri clienti nuovi prodotti con un elevato grado di personalizzazione.