Grafiche Polimar: Nella terra dei grandi vini, le etichette sono premium. E la nobilitazione è digitale

Grafiche Polimar: Nella terra dei grandi vini, le etichette sono premium. E la nobilitazione è digitale

Grafiche Polimar: Nella terra dei grandi vini, le etichette sono premium. E la nobilitazione è digitale

Grafiche Polimar è tra i primi etichettifici europei ad adottare MGI 3D Web di Konica Minolta per verniciatura, foiling e fustellatura di supporti in bobina.

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“La nobilitazione digitale non è fatta per riempire un’etichetta, ma piuttosto per valorizzare un dettaglio molto fine, e realizzare progetti che fino a ieri non erano possibili o economicamente sostenibili”. Ado Borzi, fondatore e CEO Grafiche Polimar.


La Toscana è riconosciuta universalmente come terra di grandi vini e di olio d’oliva. L’area compresa tra Siena e la costa tirrenica è patria di alcune tra le etichette piu prestigiose, dal Sassicaia al Brunello di Montalcino, dal Morellino di Scansano al Montecucco. La provincia di Grosseto, in particolare, è uno scrigno di vigneti pregiati affacciati su un mare cristallino. Da queste parti le infrastrutture stradali e ferroviarie sono ferme agli anni ‘80, l’industria non ha mai attecchito, il turismo è agreste ed elitario. Tutto ruota attorno al vino, e ad un lifestyle lento e godereccio. Ed è qui che Ado Borzi – una brillante carriera commerciale e un’insana passione per inchiostri e caratteri tipografici – fonda Grafiche Polimar negli anni ‘70. «Quando ho deciso di investire i risparmi di una vita nella stampa, ho cercato di capire quale fosse il trend del momento, e la produzione di moduli continui sembrava un business promettente». Polimar apre così i battenti con una macchina offset bicolore Timson T24 a bobina nuova fiammante, già allora dotata di un sofisticato sistema di registro per produrre in due passaggi una quadricromia perfetta. Da maggio 2019 l’azienda è il primo utilizzatore italiano di JETVarnish 3D Web, la piattaforma di verniciatura, foiling e fustellatura digitale a bobina di MGI, oggi integrata nel portfolio di soluzioni tecnologiche “Industrial” di Konica Minolta. Quale occasione migliore per conoscere un pioniere dell’etichetta autoadesiva, ed esplorare una terra meravigliosa?


Da tipografia a etichettificio


Negli anni ‘80 la capacità produttiva di Polimar cresce, con l’introduzione di due macchine offset a bobina Roland Web Print 39 a quattro colori, entrambe dotate di moduli flexo in linea. Ma già qualche nube si profila all’orizzonte, e con scaltrezza Ado Borzi inizia a ipotizzare nuove applicazioni per le sue narrow-web, che grazie a un’inchiostrazione maggiorata ben si prestan o alla produzione di stampati di alta qualità. Se le competenze di prestampa e stampa offset consentono a Polimar di ottenere ottimi risultati qualitativi, l’assenza di finishing e nobilitazione pregiudica tuttavia una produzione efficace di etichette. Ma le lacune sono presto colmate, e la piccola tipografia si trasforma rapidamente in una fucina di fustelle rotativ e, linee di foiling, macchine serigrafiche, tavoli di controllo. Da quel momento la via dell’etichetta, quella vinicola in particolare, è un percorso senza ritorno. «La nostra è una regione prevalentemente agricola, abbiamo alcuni dei vini più importanti d’Italia, e negli ultimi anni sempre più imprenditori italiani, tedeschi, francesi e svizzeri stanno acquistando vigneti», spiega Borzi. «I nostri sono vini a lungo invecchiamento, per una clientela ad alto budget. E le cantine si rivolgono a noi per impreziosire le loro bottiglie». La particolare tipologia di clienti e di prodotti spinge Polimar verso lavori di qualità, con ogni genere di nobilitazione, quasi sempre in poche migliaia di pezzi.




La svolta digitale

Complice anche il rapido mutamento delle condizioni di mercato, da autentico innovatore e appassionato di tecnologia Ado Borzi si lascia contagiare, irreversibilmente, dalla febbre del digitale. «In pochi anni le tirature medie sono crollate e siamo stati costretti ad efficientare i processi, riducendo tempi e scarti di avviamento.


Anche i clienti da 3-400 mila etichette hanno iniziato a chiedere micro-lotti ed edizioni limitate da presentare ai buyer, o da portare al Vinitaly». Lo sbarco nel digitale avviene nel 2007 con una Canon a foglio, cui nel 2008 si aggiunge una HP Indigo WS4600, rimpiazzata con una WS6900 nel 2017, cui progressivamente si affiancano nuovi sistemi a foglio di Konica Minolta. L’accresciuta offerta digitale consente a Polimar di soddisfare una domanda sempre più complessa e frammentata di etichette per vino e olio, tanto dalle cantine locali che dai label designer più blasonati. L’ultimo decennio, in particolare, vede una crescente richiesta di personalizzazione e aggiunta di effetti speciali. «Al di là dei grandi brand e dei prodotti venduti in enoteca, dove il cliente è guidato nella scelta, l’acquisto di una bottiglia è molto legato ai gusti e all’età anagrafica del buyer, a dinamiche di consumo personale o promozionali. Per questo l’emozione che un’etichetta può suscitare diventa un fattore scatenante», spiega Borzi. L’ufficio del titolare di Polimar è un florilegio di etichette meravigliose, alcune minimaliste, altre arricchite con immagini di opere d’arte, altre ancora impreziosite con verniciature, embossing, foil e tinte metallescenti.


Anche la nobilitazione diventa digitale


Ado Borzi può dirsi un antesignano della nobilitazione di etichette. Con l’adozione delle prime macchine serigrafiche a bobina e della tecnologia flexo per l’applicazione di vernici per il foiling, unite ad una chimica sviluppata internamente, già vent’anni fa il piccolo etichettificio abbinava vernice spessorata e lamine metalliche. «È un processo che abbiamo inventato, ma mai brevettato, con cui producevamo basse tirature di etichette con livelli di nobilitazione inauditi». Un approccio avanguardista che Polimar ha affinato con nuovi processi e nuove tecnologie, fino al colpo di fulmine con Konica Minolta e MGI, scattato a Labelexpo 2017, che tuttavia l’imprenditore toscano ha affrontato con l’abituale pragmatismo. «Non credo che JETVarnish debba necessariamente rimpiazzare il foiling tradizionale», spiega Borzi. «La nobilitazione digitale non è fatta per riempire un’etichetta, ma piuttosto per valorizzare un dettaglio molto fine, e realizzare progetti che fino a ieri non erano possibili o economicamente sostenibili».


Luci e ombre di una tecnologia rivoluzionaria

La JETVarnish 3D Web di Polimar è la prima in Italia, una delle prime in Europa. Per questo l’azienda italiana ne sta testando le prestazioni, rilevando tempi e costi. Se a motivare l’investimento sono stati la straordinaria qualità nella riproduzione dei dettagli, l’assenza di cliché, la velocità di avviamento e di cambio lavoro, i dubbi hanno riguardato la sostenibilità economica di un processo inkjet mai percorso finora. Preoccupazioni subito rientrate, come ci spiega Borzi mostrandoci la distinta di lavorazione di una commessa appena realizzata. «Per la verniciatura spessorata di queste 5.000 etichette da 145 mm di altezza, abbiamo impiegato circa 20 minuti, e una decina di euro di vernice. Se le avessimo realizzate in serigrafia, in resa due, anche a condizione di avere un telaio già pronto, sarebbero costate il doppio e avremmo impiegato più di un’ora di tempo macchina e operatore». Abituati a gestire decine di commesse ogni giorno, sin dal giorno dell’installazione gli operatori di Polimar hanno dirottato su JETVarnish 3D Web una mole di lavori significativa, incluse numerose commesse stampate in digitale, in sequenza, sulla stessa bobina. Un processo razionale e ottimizzato, che vede nella nobilitazione analogica un autentico collo di bottiglia. Con l’adozione di JETVarnish 3D Web Polimar può invece verniciare, laminare e fustellare i lavori in modo sequenziale, senza avviamenti multipli, cambi di bobina e di cliché.


La sfida dei mercati globali, della tracciabilità e dei volumi.


L’introduzione di un workflow produttivo completamente digitale non poteva limitarsi all’efficientamento di processi analogici. Oltre a testare le potenzialità della piattaforma MGI su lavorazioni già note, Grafiche Polimar sta infatti dialogando con clienti e designer per sfruttarne appieno le potenzialità. A partire dalle numerose cantine del territorio che esportano i propri vini pregiati in Nord Europa, USA, Cina, Giappone, Russia, che devono spesso adattare testi e diciture di legge, o addirittura realizzare design specifici per ogni mercato locale. Accanto ai tradizionali importatori e concessionari, poi, l’industria vinicola si avvale sempre più spesso di nuovi canali, tra cui catene di ristoranti e alberghi, distributori di nicchia e grandi aziende, che trasformano vino e olio in materiali promozionali e di marketing. Altro tema caldo, che avrà nelle tecnologie di stampa e nobilitazione digitale alleati preziosi, è l’utilizzo della blockchain nella tracciabilità dei prodotti. «La personalizzazione spinta non è mai stata una tendenza e l’utilizzo del dato variabile non è realmente percorso», spiega Borzi. «Di contro, per intercettare i gusti e le istanze di una clientela globale, oggi le cantine devono avere un catalogo ampio, arrivare velocemente sul mercato con un’etichetta senza compromessi». L’ultima sfida di Ado Borzi è quella dei volumi. Come ripagare velocemente un investimento rilevante come JETVarnish 3D Web, e scalare questo modello full digital? «Per i nostri volumi odierni la piattaforma MGI è sovradimensionata, ma vogliamo essere certi di poter fronteggiare picchi di lavoro inaspettati. Nel medio termine l’obiettivo è acquisire nuovi volumi offrendo la nostra capacità produttiva a etichettifici meno strutturati. E, se sarà necessario, avviare fusioni e acquisizioni».