Tiburtini, l’artigiano del luxury printing abbraccia la nobilitazione digitale

Tiburtini, l’artigiano del luxury printing abbraccia la nobilitazione digitale

Tiburtini, l’artigiano del luxury printing abbraccia la nobilitazione digitale

Con quasi 60 anni di storia, clienti top e una specializzazione nelle lavorazioni estreme, l’azienda romana installa JETvarnish 3D e alza ancora l’asticella


Tiburtini srl

A dispetto dello slogan – “Carattere Tipografico” – che accoglie i fortunati visitatori di Tiburtini, chi si aspetta di entrare in una classica tipografia rischia di restare deluso. A ben guardare quello del carattere, oltre che un geniale gioco di parole, è forse più un riferimento al particolare temperamento di Claudio e Piera De Medici, fratelli e appassionati titolari dell’azienda capitolina da tre generazioni, che non la descrizione di ciò che si cela dietro l’enorme vetrata che caratterizza l’ingresso. Nata nel 1960 come legatoria di libri, negli anni 70 l’azienda si specializza nella produzione di buste e raccoglitori in plastica, portabadge, portadocumenti, sovracopertine protettive per manuali e libri religiosi, contenitori per la filatelia. Le lavorazioni cartotecniche in plastica continuano a crescere, sulla spinta del florido business dell’archivistica e del solido rapporto con pubbliche amministrazioni, editori e grandi gruppi. Artefice del legame a filo doppio tra la famiglia De Medici a Tiburtini è Domenica Catalini, la madre degli attuali titolari, impiegata nell’azienda sin dalla fondazione, che all’inizio degli anni ’80 ne rileva l’attività.


Dall’archivistica alla comunicazione

«Verso la fine degli anni ’90, con l’avvento di Internet e della dematerializzazione dei documenti, l’archivistica ha subito un declino repentino – racconta Claudio De Medici, direttore commerciale e co-titolare di Tiburtini con la sorella Piera – così abbiamo riconvertito la produzione, concentrandoci su prodotti in plastica morbida a più alto valore, tra cui inviti per aziende e portalibretti per case automobilistiche. Le richieste sempre più frequenti di materiale stampato da parte dei clienti, infine, ci hanno convinti ad abbracciare l’attività tipografica. Diciamo che abbiamo unito il contenitore al contenuto». È in questo periodo che Tiburtini installa la sua prima macchina da stampa tipografica, una fustellatrice e una piegaincolla, ponendo le basi per quella che sarebbe diventata una cartotecnica sui generis. «Abbiamo sviluppato un’affinità elettiva con alcuni clienti molto esigenti, che ci chiedevano un’enorme flessibilità, una caratteristica che abbiamo caratterialmente e che continuiamo a coltivare e affinare – sottolinea De Medici – man mano che loro diventavano più esigenti, noi ci adeguavamo. Siamo cresciuti sull’onda di quello che ci hanno chiesto i clienti, adeguandoci a loro più che stabilire noi la linea. Spesso innestandoci come fornitori in outsourcing di lavorazioni che molti stampatori e cartotecniche non volevano gestire internamente». Inutile sottolineare come un simile modello di business abbia richiesto un enorme sforzo organizzativo e di acquisizione di competenze, ma anche una base installata di macchinari estremamente eterogenea. Tant’è che, superata la prestigiosa area destinata agli uffici e all’accoglienza delle grandi agenzie e dei brand-owner, che ogni giorno si avvicendano in Tiburtini, la macchina da stampa offset Komori Lithrone e un piccolo reparto di stampa digitale sono quasi un’eccezione. La realtà è quella di un grande “lab” dove coesistono stampa, fustellatura, applicazione di foil a caldo e a freddo, accoppiatura, floccatura, ma anche progettazione 3D parametrica, realizzazione di mockup multimaterici con plotter Zund, assemblaggio e logistica. Un ecosistema in cui oggi si inserisce la nuova MGI JETvarnish 3D.


JETvarnish, un altro step verso la “luxury factory” integrata

Uno sguardo ai fastosi sample esposti nelle sale riunioni di Tiburtini, uniti a qualche occhiata rubata alle lavorazioni in corso nei reparti, ci fa intuire subito il livello premium della clientela dell’azienda romana: brand della moda, multinazionali del tabacco, compagnie aeree. Tutti progetti in cui la stampa gioca un ruolo marginale, perché a farla da padrone sono lavorazioni speciali, gli abbinamenti di differenti materiali e talvolta l’applicazione manuale di componenti aggiuntivi, con una predominanza di effetti speciali e nobilitazioni spinte. Che si tratti di un packaging, di un catalogo o di un materiale promozionale, difficilmente un prodotto di Tiburtini non è impreziosito con verniciature spot lucide o opache, o effetti metallescenti. Proprio la verniciatura è tra le pochissime lavorazioni che l’azienda ha finora gestito esternamente, la cui crescente importanza, complessità e frammentazione ha portato alla scelta e all’adozione di un sistema di nobilitazione digitale. «Già oggi sviluppiamo oltre un milione di passaggi di verniciatura ogni anno, che fin qui abbiamo affidato a fornitori esterni – ci spiega De Medici – ma la volontà di essere sempre più flessibili ed efficaci, insieme alla disponibilità di nuove tecnologie inkjet, ci ha indotti a investire per portare in casa anche questa lavorazione. Vogliamo che il cliente arrivi la mattina con il suo progetto ed esca al pomeriggio soddisfatto, con il campione definitivo del

suo prodotto». Proprio la flessibilità, unita al formato massimo di 364x102 mm e alle performance di JETvarnish – gestisce fino a 2.077 fogli/ora in formato A3 – è la caratteristica che più ha convinto Tiburtini a scegliere la piattaforma proprietaria di Konica Minolta. La configurazione scelta è la “Evolution”, che rappresenta il top di gamma del portfolio di soluzioni MGI e consente di effettuare verniciature sia a tavola piena che spot, anche con spessori elevati per simulare gli effetti di embossing. La macchina è inoltre dotata del modulo di iFoil L per la laminazione a caldo. «Pensando alla tecnologia digitale giusta per noi,

abbiamo cercato di ragionare con freddezza, analizzando con cura il nostro flusso di lavoro e cercando di ottenere la massima efficienza e i migliori vantaggi operativi in ogni area» – chiarisce De Medici. Uno dei plus che il team di Tiburtini sembra aver apprezzato maggiormente è l’abbinamento tra l’unità AIS SmartScanner integrato e l’interfaccia utente: se il primo è in grado di rilevare bordi, forme, caratteri e altri elementi vettoriali presenti nell’immagine, trasformandoli rapidamente in tracciati di verniciatura, la seconda consente all’operatore di modificare le aree da verniciare, variare gli spessori, cambiare tipo di foil e ottenere così infinite varianti di uno stesso lavoro. Senza modificare il PDF nativo e senza passaggi multipli dalla prestampa. Inoltre JETvarnish utilizza un solo tipo di fluido, sia per la semplice lucidatura che per la verniciatura ad alto spessore, consentendo il passaggio da un’applicazione all’altra senza sostituire i serbatoi del consumabile e senza sprechi. La versione adottata dall’azienda romana è poi abilitata alla gestione automatizzata del dato variabile, che consente di applicare le best practice del 1:1 marketing alla nobilitazione. «Se piattaforme più rigide si adattano meglio a flussi di lavoro standard, in JETvarnish abbiamo trovato un vero strumento creativo, in grado di asservirsi con flessibilità alle nostre esigenze di flessibiltà estrema» – conclude De Medici. Scelta da decine di operatori del printing in tutta Europa, non solo etichettifici, ma anche tipografie a caccia di nuove opportunità di business e operatori specializzati nella stampa online.



INTERVISTA a Carolina De Medici - Responsabile Comunicazione, Tiburtini Srl


“Entrare da noi è andare a cena in un ristorante gourmet. Non fai il calcolo di quanto costano gli ingredienti: ti godi un’esperienza e paghi il giusto”

D: Il vostro logo è accompagnato dal motto “carattere tipografico”. Cosa significa?

R: È un virtuosismo linguistico, ma anche il modo migliore per definirci. Siamo tipografi, ma soprattutto siamo un’azienda di carattere. Difficilmente esci da qui con un “no” e i progetti ai limiti dell’impossibile sono quelli che ci piacciono di più. Avendo lavorato tanto col settore della moda, sappiamo gestire i capricci dei clienti, anche i più eccentrici o quelli che ci affidano il lavoro per la mattina dopo. E poi, parliamoci chiaro, stampare volantini non è divertente né remunerativo.

D: Però gestire e valorizzare prodotti di pregio non è facile…

R: Infatti non abbiamo rappresentanti, ma account manager dedicati, che seguono il cliente in tutti i suoi aspetti. Il nostro cliente deve sapere che noi siamo la risorsa cui affidare la soluzione a un suo problema. A fronte di un grande livello di servizio e di problem solving, non è più questione di prezzo.

D: Eppure tutti hanno un budget. Come uscite da questa logica?

R: Entrare da noi è andare a cena in un ristorante gourmet. Non fai il calcolo di quanto costano gli ingredienti: ti godi un’esperienza e paghi il giusto. I nostri consulenti sono interni all’azienda, conoscono i materiali, le carte, le tecniche di produzione: siamo una task force che elabora velocemente la soluzione analizzando il problema da diverse angolazioni. Qui i clienti trovano un ambiente di lavoro confortevole, in cui trascorrere con noi intere giornate e imparare, mentre assistono ai loro avviamenti e apportano le ultime migliorie. Il tutto, naturalmente, in un contesto di totale privacy e sicurezza del proprio brand.

D: Per questo siete così attenti all’integrazione tecnologica?

R: Non solo tecnologica, ma anche organizzativa e logistica: se realizzo un mockup urgente, non posso vedere il mio sforzo vanificato da un pony express maldestro o da un corriere inaffidabile. Comunque sì, avere in casa tutte le tecnologie ci consente di essere autosufficienti e fulminei.

D: Cosa vi ha spinti a introdurre la nobilitazione digitale?

R: Ancora una volta, non dover mai dire no. E rendere unica la nostra offerta nel futuro. Nobilitare alcuni lavori è complesso e antieconomico. Una serigrafia esterna trattiene i fogli stampati anche due o tre giorni, e un cliché di laminazione complesso richiede tempi lunghi ed è costosissimo. La nobilitazione digitale cambia i paradigmi, eliminando cliché e punzoni per l’embossing, oltre che la regolazione del registro. Idem per la verniciatura: l’inkjet azzera i tempi e i costi di impianti e lavorazioni esterne. Così, con il cliente accanto, possiamo gestire in tempo zero tutti i parametri, cambiare il design del prodotto, modificare in tempo reale i layout di verniciatura e foiling.

D: Quindi JETvarnish è più di un sistema prototipale?

R: È versatile, ma anche molto produttiva. Naturalmente ci interroghiamo sul punto di break-even con i processi tradizionali, ma siamo positivi. È naturale che una vernice inkjet costi più di una vernice serigrafica, ma abbiamo calcolato che su coperture medie e tirature fino a 2-3.000 copie, in digitale il risparmio complessivo arriva al 50%. Fermo restando che il principale plus di questa tecnologia non è il prezzo, ma l’immediatezza.

D: Quali le peculiarità che vi hanno fatto scegliere MGI?

R: Ci hanno convinti l’interfaccia utente e la presenza dello scanner: questo differenzia MGI da altre soluzioni e la rende perfetta per chi, come noi, deve effettuare modifiche on-the-fly anche molto pesanti, senza ripassare dalla prestampa.